Aneddoti

CANFREO

Antico nucleo abitato il cui nome deriva dal latino “CONFRAGUS”, che significa luogo aspro, irto, scosceso, come lo è la collina ad est dell’attuale gruppo di edifici.

LA BOTTEGA DI CANFREO

Ma cos’è questa bottega… È un negozio o di un ristoro ce lo chiedono tutti in coro. Per rispondere alle tue… Questo luogo e tutte e due! È uno spazio dei sapori non si vuol buttar di favori… Non ci sono effetti strani, i sapori son toscani, sono buoni, tanti, vari, normalmente sono di Lari. Qui si fa grande menzione della nostra tradizione, della storia e dei proverbi, noi vogliamo che si serbi Il territorio e la cultura con criterio e molta cura, divulghiamo a piene mani ai turisti la reggiani è per questo che si parla con amici di avventori di saperi e di sapori. Noi vorremmo divulgare con il nostro saper fare le nozioni tradizioni con un po’ di fantasia aiutandoci non poco grazie alla gastronomia!

CURIOSISTÀ

I rioni di Lari (che danno Nome ai tavoli della bottega di Canfreo):
La Villa, Centro, Canfreo, Colle, Aiale, Campanile.

LE DONNE DI CANFREO

Cari amici ed avventori, la Bottega di Canfreo, non presenta nessun neo; ha le quote tutte rosa, verità... non è una posa... tra le donne c'è Lucia, 10 in gastronomia oltre tutto è cosa vera strabiliante pasticcera... poi arriva l’esperienza grande cuoca e di fatica... si è capito è Federica, ecco arriva Simonetta... lei andrebbe benedetta... anche lei gran cuciniera ben decisa e sempre vera... chiude il cerchio Elisabetta anche lei non più bimbetta... del progetto ispiratrice, quante cose lei mi dice...😟 dentro l’organizzazione sembra il Jolly in questione... fa la zuppa e i preventivi, fogli, muratori e banche poi alle fiere lei va anche... il gruppetto su descritto (io vi do questa menzione) devo dire ben contento che ci mette gran passione... viva viva a tutto sdeo la bottega di Canfreo!!!

CIBO, TERRITORIO E ARTE

Ecco qua a voi avventori dei taglieri a più sapori ce ne abbiamo tanti e vari e son tutti qui di Lari... ogni nome ha una sua storia ci si scrive per memoria... non si scrive su tovaglia ma scriviam su carta gialla e cosi mentre gustate altre cose voi imparate... storia e poi gastronomia... non andate poi più via... a noi piace divulgare cibo, territorio e arte... se tornate... si riparte!!!

DETTO LARIGIANO

“Non sia mai detto che il riccio monti il leccio”
Detto larigiano riferito agli abitanti del vicino paese di Crespina nel cui stemma è rappresentato un riccio. Il “leccio” rappresenta una località contraddistinta da una salita con doppio tornante che necessario percorrere per raggiungere Lari per chi proviene da Crespina . Un “bonario” avviso rivolto agli amici crespinesi in periodi storici in cui il “campanile” era particolarmente sentito.

VERNACOLO PISANO

Ganzo: colui che ci sa fare, furbo, brioso.
Dorciuma:
stagione mite.
Chiorba:
testa.
Biscondola:
posto al riparo dal sole o dal vento.
Stiacciata: schiacciata, dolce tipico e focaccia.
Spillaccherà: andare a chiacchierare.
Soppressata: soprassata (salame).
Sorsoglio: ingombro su di una superficie.
Sgropponassi: durare fatica.
In Panciolle: a pancia all’aria.
Pappiè: documento scritto (dal francese papier).

LA RICETTA DEL CASTAGNACCIO

Curiosità: su un trattato del 1500 “commentario delle più nobili et mostruose cose di Italia e di altri luoghi di lingua aramea in italiano tradotto, con un breve catalogo degli inventori delle cose che si mangiano e bevono nuovamente ritrovato” di Ortensio Landi, si legge che l’inventore del castagnaccio fu un cuoco, un certo Pilade da Lucca, “il primo che facesse castagnacci e di questo ne riportó loda”.
Ingredienti: 500 g di farina di castagne, mezzo bicchiere d’acqua circa, tre cucchiai d’olio d’oliva, sale, uvetta, pinoli, noci a piacere, rosmarino.
Preparazione: mescolare bene la farina di castagne con l’acqua senza farne grumi, con l’olio e il sale. Il composto dovrà avere la consistenza di una pastella da versare nella teglia. Aggiungere pinoli, uvetta, e volendo le noci. Mescolare ancora e versare il composto nella teglia ben unta. Aggiungere sopra pinoli, noci, uvetta e rosmarino con un filo d’olio, poi infornare.

ALLE TERMA DI ’ASCIANA


È inutile Gastone, dammi retta: 
Se vò guarì da tutti e tu’ dolori, vieni a Casciana, curati e aspetta: quaggiù gliè un posto propio da signori. Te lo dio di davvero ’che ci stai bene, e a me, mondo zucchino, ci poi ’rede. 
Artre a’ dolori, ti van via le pene e se se’ stroppio t’addrizza ’r piede. E poi quaggiù, c’è dappertutto fiori, belle ragazze, vino di ’il Liba, bistecche, pastasciutte, boni udori.
 E crima dorce e aria montanina. Se fa’ bene la ’ira, e tu dolori spariscian dalla mattina a sera!

Tratto dal  libro di Lidamo Ciurli “ Vernaccia a bocca chiusa”